…la cosa importante è che sia “solo una volta in settimana”

Questa richiesta ci capita ogni anno, quando i genitori chiedono informazioni infatti molti, non tutti, richiedono, come importante requisito di un corso di danza, la frequenza minima di una volta in settimana. Ammettiamo che rimaniamo praticamente sempre spiazzati, soprattutto quando a questa frase si aggiunge “tanto mi* figli* non vuole mica fare la ballerina”. Siamo provocatori nel scrivere questo articolo, ma ci sembra doverso specificare che se una scuola di danza vuole davvero essere seria nelle sue proposte, allora è bene che, al di là della propedeutica e di tutti i corsi under 5 anni di età (che naturalmente si allineano con le esigenze dei più piccoli) per tutto il resto si attenda al programma di un corso che, se ben progettato e con un metodo chiaro ed efficace, va seguito secondo le direttive della scuola e degli insegnanti. 

Le motivazioni? Intanto una che risponde al “tanto non vuole mica…” : che ne sappiamo noi genitori di quello che succederà da qui a qualche anno, anzi, da qui a qualche mese, nella testolina dei nostri bambini? Magari quella che inizialmente è una richiesta “per gioco” può rivelarsi una grande passione, qualcosa che risolverà in positivo la vita dei nostri figli. Non è la prima volta che lo vediamo accadere, per fortuna. Quindi questa frase non ha nessun senso di esistere…

Per il resto, c’è da dire che:

  1. se un corso è pensato su due ore (o più) a settimana, siginifica che il tempo dedicato serve tutto, altrimenti saremmo “furbi” a prescindere a rubare il tempo a chi invece frequenta tutto il corso
  2. chi fa solo il 50% delle lezioni apprenderà il 50% delle nozioni, oppure il 100% con il 50% della possibilità di allenare ciò che impara
  3. se la lezione è ben divisa nel tempo, una parte sarà dedicata alla coreografia, magari in una particolare fase dell’anno, oppure sempre, a seconda del metodo dell’insegnante. A questo punto il bambino o il ragazzino che non frequenta una delle lezioni in programma perderà anche una parte della coreografia perchè per rispetto degli altri l’insegnante non ricomincerà da capo a spiegare, al massimo ripeterà veloce e si rimarrà sicuro un po’ indietro.
  4. la frustrazione di esser considerati “meno” degli altri che frequentano tutto il corso sarà inevitabile e al 90% il corso e addirittura, purtroppo, la danza, verrà abbandoanta.

Il nostro consiglio è  di avere fiducia nei vostri ragazzi: se amano quello che fanno sapranno organizzarsi e non sarà certo un’ora in più a settimana a cambiar loro la vita, nè in fatto di stanchezza, nè in fatto di tempo per esguire tutto il resto delle loro consegne (lo sappiamo che uno dei motivi principali è lo studio, il tempo che a questo, secondo leggende metropolitane senza tempo, viene sotratto dalle attività sportive).

É noto infine, e lo possono confermare le nostre atlete, che chi danza (o comunque pratica uno sport di livello) ha un miglior rendimento scolastico e una spiccata propensione all’organizzazione. 

Dunque, in quanto scuola di danza e associazione sportiva dilettantistica SERIA ci sentiamo di non assecondare più questa richiesta “al 50%”, perchè anche se non tutti diventeranno ballerini, noi saremo certi di aver dato a tutti, al pari, le stesse possibilità. Vi lasciamo, in fucsia, una frase molto bella, che gira sul web, ma che contiene grandi verità. Per riflettere.

PS: solo per precisare…sorelle o fratelli di età diverse (es 5 e 9 anni) NON possono frequentare lo stesso corso, soprattutto per comodità dei genitori. Le motivazioni? Vedete sopra. 😉 

“Perché spendere tutti quei soldi per la danza e per tua figlia?”
Risposta:
“Beh, ho una confessione da fare, io non pago per mia figlia a danza. Sai cosa sto pagando?
Pago perché mia figlia impari a essere disciplinata.
Pago perché mia figlia impari a prendersi cura del proprio corpo e della mente.
Pago perché mia figlia impari a lavorare con gli altri affinché diventi una buona compagna di squadra.
La danza aiuta a sviluppare la loro creatività.
Pago perche mia figlia impari a gestire la delusione quando non ottiene quello che si aspettava, e scopre che la chiave è lavorare di più.
Pago perché mia figlia impari a raggiungere i suoi obiettivi.
Pago perché mia figlia capisca che occorrono ore e ore di duro lavoro e allenamento per ottenere risultati, e che il successo non si può fare dall’oggi al domani.
Pago per l’opportunità che avrà mia figlia di fare amicizie che dureranno per tutta la vita.
Pago perché mia figlia studi e non stia pomeriggi interi davanti alla TV al pc o al cellulare.
Pago per quei momenti in cui mia figlia torna così stanca che vuole solo riposare e con quella stanchezza studia ancora e non ha tempo di camminare e di vagare per la strada.
Pago per tutte le lezioni di vita che questa bellissima disciplina dà: “responsabilità, impegno, fiducia in sé stessa, convivenza, ecc.”
Potrei continuare, ma per essere breve…
Non pago per lezioni di danza. Pago per le opportunità che ti offre questa disciplina di sviluppare attributi e abilità che saranno molto utili nel corso della vita.”

Tratto da: www.amiamoladanzaclassicablog.wordpress.com

 

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